Casinò in Giappone, è sfida tra MGM e Las Vegas Sands

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Un altro colosso del gioco d'azzardo entra di prepotenza nella corsa all'ottenimento di una licenza giapponese.

 

Nemmeno il tempo di formalizzare la propria proposta, che la Las Vegas Sands ha già trovato pane per i suoi denti. Il presidente della compagnia, Sheldon Adelson, in una recente intervista si era detto disposto a spendere fino a 10 miliardi di dollari, pur di garantirsi una licenza per costruire un casinò in Giappone.

 

A stretto giro è arrivata la risposta di un altro colosso del gaming internzionale, la MGM Resorts International. Il Chief Executive Officer James Murren ha affermato che anche la sua azienda è pronta a investire dai 5 ai 10 miliardi di dollari pur di penetrare in quello che potrebbe essere il secondo mercato mondiale del gambling.

 

Durante una conferenza tenuta a Tokyo martedì, Murren ha affermato che la MGM è pronta ad "anticipare i tempi degli investimento per assicurarci, come abbiamo fatto in tutti gli altri paesi, di avere delle strutture che possano competere con le altre". Così come già avviene nella joint venture con MGM China, presente sul mercato di Macao, Murren ha detto che la MGM vorrebbe mantenere almeno il 51% di qualsiasi partnership eventualmente stretta con un'azienda giapponese.

 

Proprio perché quasi tutti gli analisti ritengono che il Giappone potrebbe essere inferiore, in quanto a volume d'affari, soltanto a Macao, non c'è da sorprendersi che Murren, Adelson e altri magnati del gambling stiano facendo a gara a chi apre maggiormente il portafoglio. Ma considerato che 10 miliardi di dollari è due volte la somma che queste aziende hanno speso per aprire un casinò a Macao o Singapore, viene da chiederci cosa mai potremmo trovare in questi nuovi resort.

 

Parlando di Sheldon Adelson, pare che la sua reputazione in Giappone non sia delle migliori. La stampa locale lo ha dipinto come poco umile, visto che preferirebbe evitare un partner giapponese nella sua scalata al gambling nel paese del Sol Levante. I nipponici non hanno digerito i dubbi espressi dall'americano circa la possibilità che un partner giapponese abbia la sua stessa disponibilità economica.

 

Il tutto mentre la polizia di Yokohama, la settimana scorsa, ha scoperto un casinò illegale che ha portato all'arresto di tre organizzatori e cinque clienti. Pare che il Peace - questo il nome della sala - sia nata sulle ceneri del Mevius, un altro casinò illegale chiuso dalle forze dell'ordine lo scorso novembre. Nel giro di tre mesi, il Peace avrebbe guadagnato 1,4 milioni di dollari.