Il sistema D'Alembert applicato alla roulette
Prosegue il nostro viaggio attraverso i sistemi di scommessa, vale a dire i metodi “logici” per puntare alla roulette senza farsi guidare dalle bizze dell'impulsività. Affidarsi ad un sistema, nel gioco della roulette, è un appiglio psicologico per fuggire dalla schiavitù del caso. Il sistema non offre maggiori possibilità di vittoria, però permette di gestire meglio e con consapevolezza il proprio portafogli. Ci sono sistemi ben più azzardati di altri che in caso di sfortuna azzerano il proprio bankroll in pochi lanci (come la Martingala), altri che permettono una “sopravvivenza” maggiore. O un altro sistema chiamato Labouchere.
Alcuni sistemi basati sulla progressione vengono chiamati D'Alembert, in onore del grande matematico francese che, se fosse ancora vivo, si strapperebbe i capelli pensando che qualcuno è convinto che tal sistema possa sbancare il casinò. Tra l'altro è plausibile credere che l'illuminista francese non abbia mai giocato alla roulette. L'idea del sistema D'Alembert è che ci sia un equilibrio che prima o poi si verificherà. Bisogna però ricordare che, secondo il matematico, gli avvenimenti si equilibrano adattandosi alle leggi probabilistiche in una serie interminabile e non dopo una piccola sessione di lanci. Se facessimo girare milioni di volte la roulette il numero di Rossi e Neri decisi aleatoriamente dalla pallina tenderebbe a pareggiarsi. Questa è l'essenza della teoria dell'equilibrio enunciata nel “Traité de Dynamique” e applicata utilitaristicamente alla roulette. Ma siamo sicuri che non sia pericoloso credere in una natura che tenda ad uniformare gli eventi ed adagiarli alle regole del calcolo delle probabilità?
Una partita alla roulette si basa su un numero non solo finito, ma anche limitato di lanci. Quindi è possibile che, su 100 lanci, il nero esca 70 volte ed il rosso solo 30. La situazione di equilibrio si tende a verificare dopo infiniti lanci: stiamo quindi parlando di Dei che si trastullano con il gioco della roulette, non situazioni concrete da casinò.
Vediamo comunque di analizzare questo sistema che ha il pregio di contenere le esuberanze bulimico-scommettistiche del giocatore privo di autocontrollo. Dando come presupposto l'equilibrio, il sistema D'Alembert prevede il ritorno alla situazione iniziale una volta verificatosi l'evento previsto che ha portato ad un, seppur piccolo, guadagno.
Questa è la versione base (ovviamente nel corso degli anni sono nate diverse e rocambolesche varianti) da applicare solo alle combinazioni semplici come Rosso-Nero, Pari-Dispari. Come al solito, per quanto riguarda i nostri esempi, scommettiamo una unità sul Nero. In caso di vittoria si incassano le due unità e si ricomincia daccapo. In caso di perdita si aumenta la posta di un unità (e non si raddoppia come nel caso della Martingala). Mettiamo che la nostra partenza sia di 10 euro, punto sul nero e vinco la scommessa successiva sarà di 9 euro (10-1), se perdo invece sarà di 11 euro (10 +1). Ogni volta che vinco dunque diminuisco di 1 la mia puntata, ogni volta che perdo aumento di 1 con lo scopo di rifarmi. Si può aumentare il livello del rischio e dell'adrenalina aumentando di cinque unità invece che di una soltanto.
Parto con dieci euro, vinco ne punto cinque, perdo e ne punto di nuovo dieci, perdo ancora e ne punto quindici, perdo ancora e ne punto venti, vinco e faccio un passo indietro puntandone quindici al giro successivo di ruota. Se mi trovo a puntare cinque e vinco, allora chiudo in positivo la mia serie e smetto di giocare.
Vi sembra un sistema infallibile? È indubbio che se la giornata è fortunata potreste vincere un bel po' di quattrini, ma se la roulette non ne vuole proprio sapere della teoria dell'equilibrio allora preparatevi a tornare a casa più leggeri di quando siete entrati al casinò. Come si dice in questi casi: la prossima volta andrà meglio!
G.L.